domenica 23 dicembre 2007

Il Vescovo con i carcerati per gli auguri di Natale

Piazza Armerina. “Se da Dio riceviamo la gioia di essere cercati, allora possiamo donare agli altri la gioia di andarli a cercare e di esprimere il nostro interesse cordiale per la loro vita”. E’ il cuore del messaggio di auguri del vescovo Pennisi che in preparazione al Natale ha incontrato malati, carcerati, imprenditori, operai, immigrati e ragazzi a rischio. Ieri il vescovo è stato quasi tutta la giornata con i carcerati. Prima ha incontrato i detenuti del carcere di Enna e poi quelli del penitenziario piazzese dove sono richiusi numerosi mussulmani. “Vengo a dirvi – ha detto Pennisi ai detenuti di Enna – che Dio vi ama e desidera che percorriate un cammino di riabilitazione e di perdono, di verità e di giustizia, per sperimentare la salvezza che Gesù è venuto a portare nel Santo Natale”. Le parole sono state rivolte dal vescovo a tutti i carcerati compresi quelli sottoposti regime di massima sicurezza. Pennisi ha ricordato loro ciò che Giovanni Paolo Secondo ha detto “Non uccidere. Nessuna mafia può calpestare e cambiare questo diritto santissimo di Dio”. Poi il Vescovo lascia la porta aperta ai mafiosi che si vogliono convertire “è necessario un cambiamento della mentalità e del comportamento come quello che avvenne per un “capomafia” come Zaccheo. La conversione esige riparazione. Lo slogan “pecca, confessati e continua a peccare ha poco a vedere con la dottrina cattolica. L’assoluzione dal peccato – continua Pennisi – comporta anche una pena temporale da scontare. La pena che scontate – ha concluso Pennisi rivolgendosi ai detenuti – ha senso se serve al vostro rinnovamento offrendovi la possibilità di riflettere e cambiare vita per reinserirvi a pieno titolo nella società”. Durante il momento i detenuti del carcere di Enna hanno letto una lettera da loro scritta al Vescovo: “Grazie – hanno detto i detenuti al Vescovo – per averci fatto sentire che il Natale è anche per noi. Gesù non è nato nel lusso ma è nato in una povera stalla, per insegnarci a santificare ogni ambiente, compreso il carcere, così intriso di dolore e tribolazione, è nato di notte perché noi credessimo che possa illuminare qualsiasi realtà. Se è così – continua la lettera dei detenuti – allora è Natale anche per noi, perché Gesù vuole nascere dentro ognuno di noi, aiutandoci con il suo immenso amore. Chi governa non può continuare ad ignorare che esistiamo ed a negarci le opportunità di riscatto. Le carceri non sono solo un luogo di pena ma anche un luogo di vita con funzioni sociali e di rieducazione”.
Agostino Sella

Lo Verme vuol dire fiducia.

di Carmelo Nigrelli.

da www.piazza-grande.it

La scarna cronaca della seduta consiliare del 21 dicembre nella quale si è discussa la mozione di sfiducia al Sindaco pubblicata sul sito del Comune non lascia trasparire nulla della tensione che, invece, quel pomeriggio aleggiava pesantemente anche tra il folto pubblico che assisteva alla seduta in piazza Garibaldi davanti al maxischermo proprio accanto ai locali del Circolo di cultura dove si svolgeva un reading di letteratura.
12 a 7, dunque, con un consigliere, Lo Verme, che con la sua assenza strategica ha determinato il risultato della votazione. Chi ha vinto? Chi ha perso?
Difficile dirlo, ma vale la pena di fare alcune riflessioni.
Il Sindaco è rimasto aqquartierato a Sala delle Luci e, a questo punto, vi rimarrà - a meno di colpi di scena di cui è capace - fino alla primavera del 2009. Rimane, però, ancora senza maggioranza in Consiglio e senza progetti seri e concreti per il futuro della città.Il Partito Democratico è tornato provvisoriamente unito e può cominciare a guardare alle imminenti scadenze politiche interne: entro il 31 gennaio dovranno essere eletti i dirigenti del partito a livello locale con procedure sulle quali tornerò in seguito. Le posizioni critiche di Lina Grillo e Pino Venezia mi sembrano legittime e corrette: il PD, a dispetto del nome, appare per il momento tutto tranne che un luogo di dibattito democratico. Non si capisce chi prende le decisioni e chi controlla.
Il Movimento per l'Autonomia perde un terzo dei consiglieri, ma la sua precedente crescita sembrava "drogata" dalla corsa al carro dei vincitori. Se manterrà - la forma dubitativa è d'obbligo - un gruppo di quattro consiglieri compatti e saprà costruirsi un ruolo politico in città, potrà giocare le sue carte già nei prossimi mesi.
Forza Italia perde il suo esponente più significativo dal punto di vista elettorale e l'unico consigliere comunale: Mattia e Falcone non potranno rimanere nel neodefunto partito azzurro, né potranno facilmente entrare nella nuova formazione berlusconiana alla quale, probabilmente, convergeranno i due espulsi dal MPA e qualche altro indipendente.
Una situazione che si può definire caotica solo eufemisticamente e il cui prezzo paga e continuerà a pagare la città che versa in uno stato di profonda crisi.
Sullo sfondo le prossime elezioni provinciale che si terranno a primavera. Il sindaco si candiderà alla Presidenza per vendicarsi dell'affronto del MPA che proporrà un suo uomo alla più alta carica del territorio? Mattia lascerà senza combattere il Consiglio provinciale che lo ha visto protagonista per cinque anni o abbandonerà il centro destra irriconoscente convergendo su un progetto politico diverso? Il PD riuscirà a uscire da questa troppo lunga e tormentata fase di nascita con una leadership cittadina finalmente riconosciuta e autorevole che porti anche alla giusta affermazione provinciale?
Come si vede, la mancata approvazione del documento di sfiducia non fornisce alcuna risposta, ma pone numerosissime domande. Chi ha perso allora?
La città. Purtroppo.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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